Accudire Gatti Anziani e superare la loro Scomparsa
Sabato 25 Ottobre 2010 si è svolto a Bologna l’ormai consueto appuntamento di genetica e veterinaria organizzato dall’Associazione Amatori del Gatto Sacro di Brimania (A.Ga.Bi.). Il tema di quest’anno era “Affrontare e superare la morte di un animale”, un argomento di cui a malincuore si parla, ma che purtroppo tutti prima o poi sono stati costretti ad affrontare.
Sono intervenuti due esperti: la dottoressa Elena Carloni che ha esaminato l’invecchiamento, la sofferenza e la morte del gatto ed il professor Francesco Campione che si è invece soffermato sul lutto legato alla perdita dell’animale.
L’incontro si è svolto nell’incantevole sala conferenze affrescata del quartiere Santo Stefano a Bologna ed è stato moderato dalla presidentessa dell’A.Ga.Bi., dottoressa Franca Maria Gabriele.
La dottoressa Carloni, in qualità di etologa, si è concentrata principalmente sul comportamento del gatto in età senile (tra i sedici ed i diciotto anni) portando a testimonianza esperimenti e studi scientifici. Ha spiegato il significato di certi atteggiamenti che spesso i proprietari possono confondere o non saper interpretare. Prendersi cura dei nostri animali vuol anche dire adeguarsi alle loro esigenze che cambiano con il passare degli anni. Benché i nostri felini diano segni minori di invecchiamento rispetto ad altre specie animali (ivi compresi gli esseri umani!), non vuol dire che tali segni vadano trascurati o, per contro, esagerati. Il gatto anziano non sopporta più come prima i rumori forti o le persone molto chiassose, nonostante l’udito spesso tenda a calare. Riduce il suo territorio agli ambienti più “sicuri” della casa e nei quali sarebbe bene aggiungere lettiere extra. Non tollera molto la competizione con altri animali e talvolta mostra un calo dell’appetito che può dipendere da una diminuzione del gusto e dell’odorato. In tal caso proporre cibi sempre più sofisticati non servirà a far tornare il vostro micio il mangione di un tempo, ma solo a renderlo ancora più insoddisfatto.
La dottoressa ha poi descritto alcune delle cause che possono provocare nel gatto sofferenza, sia fisica sia mentale. Quest’ultima è la più difficile da comprendere poiché spesso dimentichiamo che anche i gatti possono soffrire di quei fastidi psichici a noi tanto noti, come, per esempio, lo stress, il tedio, malessere fisico e persino qualcosa di paragonabile alla nostra depressione. Il gatto dunque ci appare più nervoso o irascibile del solito, quando magari ha semplicemente un banale mal di testa.
Esistono vari aneddoti sulla capacità dei felini di percepire i cambiamenti biochimici che precedono la morte e spesso sono stati osservati gatti acciambellati accanto ad esseri umani o ad altri animali moribondi.
Il professor Campione, esperto tanatologo, invece, ha parlato del lutto che proviamo ogni volta che un nostro animale ci lascia. Il rapporto che esiste tra essere umano ed il suo animale è diverso per ognuno e pertanto, al fine di elaborare il lutto, è necessario comprendere che tipo di legame c’era e perché era importante.
Nella nostra società il lutto per la morte di un animale è considerato di seconda categoria e nemmeno paragonabile a quello per la scomparsa di un essere umano, tuttavia non è così: molti individui faticano a superare la morte del proprio gatto così come faticano a superare quella di un proprio caro. Fondamentale, infatti, è comprendere che non esistono categorie nel lutto. Questo è un problema di carattere sociale e culturale che penalizza coloro che soffrono, poiché non si sentono legittimati nel proprio dolore e, dovendolo reprimere, fanno difficoltà a superarlo. Proprio per andare incontro a questo problema, il professor Campione, insieme ad un’equipe di esperti psicologi, ha ideato il “Progetto Rivivere” per fornire assistenza psico-sociale di base alle persone in lutto. E’ a disposizione gratuitamente anche on-line sul sito: http://www.progettorivivere.it/