Birmano: presente e futuro
Foto come questa ci ricordano il Birmano che poco per volta sembra scomparso dalle esposizioni.
Le zampe sono diritte e iniziano sotto la collaretta e non ai lati. La pelliccia è semilunga e nei cuccioli… il meglio deve arrivare. In effetti la testa nel tempo si allarga, il termine utilizzato dai Giudici e dagli allevatori è “sboccia”.
Le orecchie seguono la forma della testa sul lato , sono a base larga e piazzate all’altezza dell’occhio e raggiungono in una curva arrotondata il culmine della testa. Il pelo è setoso al tocco e non si annoda, ciò vuol dire che non è necessario pettinarlo ogni giorno come un Persiano. Gli occhi sono sufficientemente distanziati , leggermente ovali, grandi ma non dominanti, con la cornea trasparente che ci induce a cercare il colore nel fondo dell’iride come in un lago, tinta blu intenso. Il mento è forte e deve formare, se si piazza l’indice davanti alla punta del naso, una linea diritta; oggi mascelle troppo squadrate ricordano quelle del Persiano, persino il prognatismo è constatato su alcuni soggetti.
Perché volerlo far evolvere il Birmano dal momento che così com’è ha già conquistato il cuore di tutta una popolazione!!! Le tare genetiche si impiantano a grandi passi su una razza sana che portava ancora qualche residuo del siamese: nodo alla coda, un leggero strabismo, talvolta gocce di latte ma aveva una longevità che batteva ogni concorrenza.. sapientemente dosata mediante la regola eccellente del non troppo né troppo poco, proprio quello che è necessario!!!
Approfittando di una tale situazione il Ragdoll ha preso piede così come altre razze che insidiosamente scalzano i nostri Birmani ormai tanto diversi tra loro .
Resterà ancora a questo gatto uno spazio in un avvenire prossimo? Si è già tentato di infilarlo nella categoria dei peli lunghi aggiungendolo così alla coorte dei Persiani…
Cosa riserva il futuro a questa razza? Ha forse troppo vissuto che si sente oggi la necessità di trasformarla?
Janine Soumaille