our friend the kitten
Dopo nove settimane di gestazione la gatta cerca un posto protetto e isolato per partorire i suoi cuccioli. Si è visto che anche il periodo prenatale influenza i nascituri che risultano rispondere negativamente allo stress materno, quindi è molto importante che la futura mamma venga lasciata tranquilla.
Dopo la nascita i cuccioli cercano le mammelle della madre aiutati in ciò dalla cure materne; il primo latte, chiamato colostro, ricco in vitamine e sali minerali contiene anticorpi che proteggeranno il cucciolo dalle infezioni fino alla maturazione del suo peculiare sistema immunitario. Di solito ogni cucciolo sceglie una mammella preferita e, tramite l’odorato, rimane fedele a quella, ma in cucciolate numerose o con pochissimi cuccioli o in madri con scarsità di latte ciò può anche non avvenire. Verso il quarto giorno il cucciolo spinge sulla mammella con le zampe anteriori per stimolare l’uscita del latte, questo comportamento è istintivo, resta nella memoria e richiama un ricordo molto gradevole, anche l'adulto effettuerà infatti in alcune occasioni questo movimento, come ad impastare, delle zampe anteriori che è segno di particolare benessere. Si osserva anche nei gattini allevati artificialmente senza madre.
I cuccioli aprono gli occhi verso i 9/10 giorni, in questo periodo, detto neonatale, la madre ha un ruolo essenziale poiché procura loro cibo, calore, protezione, inoltre dopo ogni pasto procede ad una accurata pulizia dei cuccioli stimolando anche la zona perianale per aiutarli a urinare e a defecare. Per un primordiale istinto di conservazione del nido pulito la madre ingerirà le deiezioni e cesserà questa attività appena i cuccioli inizieranno lo svezzamento.
Nel periodo neonatale il cucciolo non ha ancora acquisito un attaccamento specifico alla propria madre e potrebbe essere allattato da qualsiasi balia, anche di diversa specie, il riconoscimento della madre avviene attraverso l’odorato e i feromoni (sostanze chimiche che agiscono come trasmettitori di informazioni tra individui) poiché i piccoli nascono immaturi per sentire e vedere, sensibili solo al tatto, al gusto e all’odorato. Anche l’apparato termoregolatore del neonato non è completamente funzionante e il piccolo corpo ha bisogno del calore materno.
Il cucciolo che sente la madre lontana miagola per chiamarla e la madre accorre prontamente, in questi primi giorni potrebbe anche trasportare i suoi piccoli in altro luogo che ritiene più sicuro.
In tale periodo della vita dei cuccioli l’intervento dell’uomo dovrebbe essere limitato al necessario senza turbare troppo la serenità della gatta e dei cuccioli, nelle madri molto attaccate ai loro conviventi umani saranno esse stesse a richiedere attenzione e gratificazioni verso la cucciolata.
Dopo la prima decina di giorni i piccoli entrano in una fase di familiarizzazione e sono molto sensibili ad ogni tipo di stimolo dell’ambiente, è qui che si sviluppa anche il legame con l’uomo. La madre inizia l’educazione bloccando con le zampe o con la bocca gli indisciplinati ed emettendo versi speciali, il tutto seguito dal leccamento che ha la funzione di tranquillizzare i piccoli.
Tra i venti e i trenta giorni mamma gatta potrebbe cercare ancora di spostare la cucciolata, sembra che tale pratica possa derivare dal bisogno di trovare un luogo adatto per insegnare ai figli i primi rudimenti della caccia. Infatti intorno ai 30 giorni erompono i denti da latte e i piccoli devono imparare a mordere, a masticare e a uccidere le prede che la madre potrebbe loro portare. Quest’ultimo comportamento parrebbe aver bisogno dell’insegnamento materno e non appartenere alla sfera dell’istinto.
Nelle prime quattro settimane la gatta trascorre un’alta percentuale del suo tempo con i cuccioli, dopo le cinque settimane si assenterà per periodi sempre più lunghi. Lo svezzamento alimentare inizia intorno alla 4 settimana mentre quello affettivo e sociale non si completerà prima del quarto mese.
Quest’ultimo dato è molto importante da valutare nell’acquisire un cucciolo la cui stabilità di carattere può dipendere da un allontanamento precoce dal nido familiare.
La madre allontanerà da sé i suoi cuccioli gradatamente, intorno al terzo mese potrebbe rifiutarli del tutto leccandoli per impedir loro di attaccarsi al seno.
Non esiste un vero comportamento standard e le gatte abituate a vivere con l’uomo non sempre rispettano le tappe qui descritte, molto dipende dall’indole della gatta, dalla sua età, dall’esperienza e dal rapporto più o meno stretto con l’umano convivente.